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Visualizzazione post con etichetta Umorismo. Mostra tutti i post
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mercoledì 9 maggio 2012

L'attesa della risposta, ti fa sempre rimpiangere di aver mandato il messaggio

L'attesa della risposta, ti fa sempre rimpiangere di aver mandato il messaggio...... Aspettare vuol dire interrogarsi. Più passa il tempo, più crescono i dubbi e l'incertezza. Se si attende una lettera, si iniziano ad immaginare tragici eventi che hanno sabotato l'arrivo della busta, oppure cruenti incidenti che hanno coinvolto il postino, mangiato da un cerbero cane mentre entrava nel giardino di qualcuno, oppure travolto da un dirigibile precipitato sul chiosco dove stava facendo colazione. Plausibile direi!!

venerdì 4 maggio 2012

Il numero di Lara

Quindi... eravamo rimasti che ho chiamato Lara, chiuso la chiamata appena è arrivata Emy, fatto la figura dello scemo.
Ad oggi non ho ricevuto alcuna chiamata da parte sua, nè ho avuto il coraggio di richiamare.

Ma andiamo con ordine: come ho avuto il numero di telefono di Lara.

venerdì 27 aprile 2012

Il Concerto 3/3

http://www.sp-studio.de/
Ed eccola all'improvviso davanti a me. Non che fino allora si fosse capito bene cosa fosse successo ma ero veramente disorientato.
  • Lara lui è Alex, Alex lei è la mia amica Lara, era l'amica da cui ero l'altro giorno....
  • Ciao.
  • Piacere.
  • So che hai incontrato una ragazza misteriosa...
  • Si molto.

martedì 24 aprile 2012

il post-incontro: il debriefing 2/2


  • Ma che dici tu..lascia stare che per conquistatare Alfie è bastato dirgli che Matt Bomer è un figo e che ti sembrava fino ad allora di vivere come protagonista di un film Katherine Heigl
  • Eheheh ma non è vero! E comunque Boomer è fighissimo.

Il post-incontro: debriefing 1/2

http://moebel-lega.de

  • Insomma questa è la storia dell'americana!
  • Tutto qui?
  • Si Enrico tutto qui..l'americana
  • L'americana?
  • Si Riccardo

Riccardo è l'amico di sempre di mio fratello, noto consulente finanziario, noto don giovanni, noto casinaro e pallonaro... per molti un mito.. per altri, specialmente di sesso femminile, un emerito st***, per alcuni, molti pochi a dire il vero, un guru, prolifico di teorie e parabole.

sabato 7 aprile 2012

Grandi imprese nascono da piccole cose 3a parte

Terza Premessa Brandon, Mork le cose assurda che capitano a mio fratello per via del lavoro.
  • Pronto?
  • Enrico?
  • Fabio?
  • ciao buona sera! 
  • è mattino veramente. ...Segue

venerdì 30 marzo 2012

Grandi incontri nascono da piccole cose 1parte

Grandi incontri nascono da piccole coincidenze, questo è un concetto che dovete stampare sui vostri desktop, è come il poster di Mulder di X-Files. Ogni incontro ha la sua premessa, il suo sviluppo ed il suo esito. Questo incontro ha una gestazione assai lunga, un cammino accidentale e tortuoso. ..Segue

giovedì 8 marzo 2012

Sul pianerottolo di casa

  • Ciao Alex!
  • Ciao Emy.

Un lungo momento di silenzio. Emy finisce di scendere le scale e si avvicina a me. Prima guarda in basso, poi mordendosi le labbra, mi da uno sguardo.
Ecoomi là, sulpianerottolo di casa, davanti alla porta, con le mani in tasca, che scambio uno sguardo silenzioso con Emy.
Passano i secondi, millenni di secondi.  ....Segue

Cupcakes prima del derby

  • Enrico oggi pomeriggio ti devo far vedere una cosa in Tv..così mi dai un commento.Mi servi come spettatore medio.
  • Oggi pomeriggio?
  • Eh?
  • Ma è domenica!
  • Mica è un lavoro.
  • C'è la partita, c'è il derby Alex.
  • Ah dimenticavo.
  • Dimenticavi?
  • Si.
  • Vabbè..no comment.  ...Segue

lunedì 27 febbraio 2012

American Brunch a Roma - Bakery House

Ci sono mattine in cui non hai propria voglia di alzarti, altre in cui preferiresti iniziare direttamente dal pomeriggio, poi ci sono quelle mattine post festa a casa in cui ti alzi e con il passo felpato di Neil Armstrong sulla luna, ti muovi per la casa a zero gravità.
Di fronte ai tuoi occhi un paesaggio lunare, bicchieri ancora sparsi, piatti da lavare, poi chissà perchè dei vestiti mescolati con la tappezzeria. ..Segue

mercoledì 22 febbraio 2012

Anche quest'anno una festa di Carnevale


Sono le 21 e 30 del 19 febbraio e con un buona dose di coraggio esco dal portone di casa e m’infilo in macchina. Accendo il motore e aspetto che Enrico, Angie ed Emy mi raggiungano.
Fin qui nulla di diverso per essere un freddo sabato sera.
Arriviamo alla nostra destinazione e suoniamo al citofono. Saliamo le scale e incontriamo alcuni personaggi loschi che sembrano usciti dai più reconditi antri della capitale, inutile chiedersi chi li abbia slegati stanotte. Ci apre la porta una cardinalessa con una lunga chioma bionda che ci chiede la parola d’ordine e noi in coro “It’s legen...dary”.
Siamo dentro. Davanti a noi una suburra, meno male che mi sono caricato a dovere con living on my own. Ce n’è per tutti i gusti: c’è la banda della Magliana con il Dandi che tiene banco, ci sono clown e giocolieri multicolor, c’è Totti che palleggia sopra il tavolo con tutto intorno un coro di veline ululanti, ci sono spacciatori che ti offrono zucchero a velo e lucciole che ancheggiano e mostrano la coscia ai viandanti di Robin Hood, c’è un gruppo di watussi che ballano la quadriglia, ci sono la Regina di Cuori, le sue fidate Carte, Piero Pelù e pure Mondo Marcio...

Non facciamo in tempo ad ambientarci un attimo che Batman ci prova subito con Emy con la scusa di chiederle da cosa si sia vestita… come se non fosse evidente!  ...Segue

martedì 21 febbraio 2012

Ma come è andata a finire? III parte

  • Allora tutto a posto per la cena l'altra sera?
  • beh sì mamma. Pensa che abbiamo avuto anche il tempo di preparare la cena tutti insieme!
  • Ah vabbè dai è andata bene.
  • Si certo!
  • Tutti e quattro a casa.
  • No mamma, eravamo tre
  • Come tre?
  • Beh tornati chi più stanco chi meno, ci siamo docciati, stirati e cambiati. A turno, senza nemmeno coordinarci abbiamo preparato un pezzo della cena ciascuno, come fossimo gli elfi di Babbo Natale impegnati a costruire giocattoli di legno. In quell’atmosfera natalizia, in effetti, mancava qualcosa, o meglio qualcuno, l’unica che avrebbe mai pensato in quei minuti di andare a prendere una macchinetta fotografica e fare una foto.
  • Angie?
  • Appunto... ..Segue

lunedì 20 febbraio 2012

Ma come è andata a finire? II parte


  • Ed Emy?
  • Allora mamma se vuoi la cronistoria.. Emy, uscita dal negozio, si è trovata davanti un orizzonte alquanto inusuale, dapprima è rimasta incredula, ed ha esclamato “Bene. questa deve essere la Tundra, finalmente era dal sussidiario di geografia che mi chiedevo cosa volesse significare camminare sul permafrost, finalmente” 
Carlotta Borin
  • Poi ha fatto i conti con la realtà ed ha deciso che qualcosa bisognava pur farla. Ha chiamato al telefono i colleghi.
  • Dove siete?
  • Siamo fuori dal capannone, ma dove sei tu.
  • Ho comprato degli stivali.
  • Ma dove che siamo nel deserto.
  • Non mi pare con tutta questa neve.
  • No intendo che non c’..
  • Non ti preoccupare che se nel raggio di km c’è un posto in cui fare compere io lo trovo.
  • Vabbè ma ora che hai gli stivali... che facciamo?
  • Fammi pensare.
  • Guarda che qui ci tocca rimanere tutta la sera.
  • Che…? No noi torniamo a casetta.
  • Come? Con un miracolo.
  • Ecco vedete cosa vi manca? La fede!
  • In cosa scusa?
  • In me, dovete sempre avere fede in me!
  • Quindi è tornata nel negozio.  ..Segue

Ma come è andata a finire? I parte

  • Cosa?
  • No, dico come è andata finire?
  • Ma con chi?
  • Alex..come è andata a finire con Angie, Enrico ed Emy il giorno che ha nevicato?
  • Non te l’ho più detto?
  • No.
  • Ma niente di che mamma..
  • Enrico? Ovviamente è a lavoro ora e non mi risponde… sono molto preoccupata.
  • Tranquilla. Enrico armato di buona volontà si è diretto verso casa, passo spedito, testa bassa. Mentre intorno macchine scodavano per strada, persone tentavano di camminare controvento sui marciapiedi, finendo per reinterpretare il moonwalker di Michael Jackson.
Roma è tenera in queste situazioni, ci sono state molte critiche, molte polemiche, ma ora che tutto si è un po’ acquietato si può dire che quando capita qualcosa di poco fuori dal normale, il cittadino romano impazzisce.
Cadono due fiocchi di neve e autisti che fino a cinque minuti prima padroneggiavano la vettura, iniziano a perdere il controllo come se guidassero sopra il sapone.
La minima precipitazione atmosferica crea il caos, la neve, che è per giunta un elemento estraneo alla esperienza usuale dei romani, viene vissuta come nell’antica Grecia poteva essere sofferta una eruzione vulcanica o un terremoto. Una sorta di magica o mistica apparizione divina, che non si sa bene se nasconda una punizione per qualche torto della umanità o invece rappresenti un benevolo auspicio che la divinità di turno ha voluto donare al popolo.
Ecco a Roma sotto la neve eravamo di nuovo gli antichi romani: guardavamo il cielo in cerca di un segno divino. Ma alla fine Enrico con un po’ di ritardo è tornato a casa.

giovedì 16 febbraio 2012

E neve sia! Ancora di più

Ma questa è matta!
Questa è stata l’esclamazione di Emy, mentre appoggiava il cellulare su un tavolo, fissando lo sguardo fuori da un finestrone che si affacciava su una distesa di neve mai vista a Roma. ...Segue

lunedì 13 febbraio 2012

E neve sia! Ancora!


Angie è una di quelle entusiaste, quelle che hanno aggiornato subito il profilo facebook, messo foto su flickr, chiamato sorridente gli amici, per commentare e condividere la lieta novità dei fiocchi di neve che scendevano lentamente per le strade.
  • Ehi Antonio qui nevica. Hai visto che bello?
  • Ma bello di che, che sono due ore che cerco di montare queste catene, mi sa che sono dell'anteguerra. 
    ... Segue

venerdì 10 febbraio 2012

E neve sia! Roma vestita di bianco



Fa freddo, qui a Roma come nel resto dell'Italia, abbiamo passato un weekend strano. Roma vestita di bianco ha un certo fascino, ma Roma con la neve è anche un gran casino.
Con la nevicata di venerdì abbiamo assistito ad uno sliding doors collettivo. Ogni fiocco di neve che cadeva, allontanava e distingueva le esperienze di ciascuno. Ogni minuto in più di neve, si accresceva questa differenziazione.
Se oggi fosse possibile raccogliere la storia di questi ultimi giorni da ciascuno dei cittadini, avremmo non solo racconti differenti, ma esperienze addirittura antitetiche.
Vi è chi è tornato a casa scontando un po' di traffico, ...Segue

domenica 5 febbraio 2012

Siamo sempre gli ultimi a sapere

A volte siamo gli ultimi a sapere cosa accade nella nostra vita. Qualcosa è già successo, tutti intorno a noi l’hanno visto, magari già commentano. Eppure noi, con un viso che deve parere agli altri di una strabiliante e tenerissima ingenuità, continuiamo a non capire. Come se nulla fosse la realtà che ci circonda sembra pressoché la stessa.

  • Angie penso tu debba dirglielo
  • Cosa?
  • Dico penso tu debba dire ad Arturo che vi siete lasciati.
  • Ale, pensi che lui non lo sappia?
  • Non saprei, continua a venire qui a casa, si siede come se nulla fosse sul divano, ti aspetta mentre guarda la tv. Secondo me, proprio aggiornatissimo non è.
  • Credo stia semplicemente metabolizzando.
  • Angie è più di una settimana che vi siete lasciati.
  • Due.
  • Appunto. Non credi di doverci scambiare due parole, che ne so per svegliarlo, una cosa tipo “Ciao Arturo come va? Tutto bene a lavoro? A proposito, mi chiedevo, ti ricordi che non stiamo più insieme da un mese e che insomma non è che devi venire qui tutte le sere?”.
  • Lo devo cacciare?
  • No, non lo devi cacciare, lo devi sollecitare, quello basterebbe.
  • Si lo so, però è tanto caro.
  • Angie stasera stai uscendo e Arturo è qui, non lo so non è un po’ strano? - Capisco tutto, capisco anche in questa casa il concetto di normalità sia alquanto vago ed approssimativo, però parlaci.
  • Ti sembra facile?
  • No, lo so, ma mica vorrai che lo faccia io?
  • Veramente ci parlesti? Grazie Ale mi faresti un favore, perché tu sei sicuramente più bravo con le parole, poi sei un ragazzo ed inoltre hai molta esperienza.
  • Esperienza in cosa, di grazia? Nell’essere lasciati?
  • Non intendevo quello, anche se certo ti è capitato molto più spesso e sai come si reagisce. Ora io vado di là.
  • Angie!
  • Lo so, lo so, ora gli parlo.
  • Brava. Dai sono qui. Semplice.   ....Segue

venerdì 27 gennaio 2012

Il ciao è il nostro biglietto da visita

Deve esserci qualche problema con il mio "ciao", devo fare dei cambiamenti. Sì perchè quando mi propongo con il mio "ciao" non ricevo nessuno dei sospiri, o degli sguardi che riceve mio fratello. Eppure ci assomigliamo, magari lui ha quell'aura un pó più chiccosa, con i suoi completini da dandy, i colori magari eccessivi ma sempre perfettamente abbinati.


Ok va bene alla base ci assomigliamo ma lui è la versione Madmen di me o se preferite (se non bazzicate il mondo delle serie tv) la versione di me disegnata da Armani.
Sarà il gilettino, sarà il Borsalino, il modo incui riesce a parlare di vino e calcio con lo stesso tono da pianobar. Non lo so.


Allora ho deciso di analizzarlo quando incontriamo qualcuno, stretta decisa, sguardo fisso, accenno di sorriso, piccola aggiustata alla giacca ed invito a sedere o a precederlo all'entrata.
Non è difficile ma ho fatto le prove allo specchio.
  •   Ma che stai facendo?
  •   No Angie nulla, mi schiarivo la voce.
  •   Lanciando sguardi languidi allo specchio?
  •   Ma che dici? Controllavo che stessi bene, con i capelli...per stasera.
  •   Ma sono le tre del pomeriggio!?
  •   Ho i capelli che sono un casino!
  •   Ma perchè parlavi?
  •   Cercavo di concentrarmi.
  •   Funziona?
  •   Mica tanto!
  •   Vabbè senti continui dopo..tanto puoi parlare e motivare i tuoi capelli anche da un'altra parte. Davanti allo specchio ci parli un'altra volta.
Dopo alcuni tentativi mi sentivo pronto, il mio "ciao" era diventato più sexy, più incisivo.
Mi volevo giocare questo nuovo asso una volta usciti con gli altri visto che Emy avrebbe portato una collega. Una ragazza trasferitasi da poco a Roma, che collabora con la società di eventi dove Emy lavora. Non volevo conquistarla ma fare bella figura sì.
Il locale prescelto per la serata era l'Etablì (Ristorante ma anche Wine bar)..  ..Segue




venerdì 20 gennaio 2012

Come sto? Ti prego, non rispondere


Qualche sera fa sono uscito con Emy.
In realtá avevo programmato di rimanere a casa da solo, ma, durante il pomeriggio, lei si è presentata alla porta.
  • Ciao senti stasera io vado a cena con Nicolas vuoi venire?
  • Non so.. sinceramente..dove?
  • Ristorante francese.
Ora se dite ristorante francese e geolocalizzate la frase a Roma, sono pochi i nomi che vi possono venire in mente. Uno di quei pochi è sicuramente Charly's Sauciere
A quel punto i miei programmi si sono liberati. Lo so, sono volubile.
Poi erano dei gran bei programmi!! Pensate: serata da teledipendente a vedere Fringe con chattata finale a letto con qualche amico per commentare l'ultima puntata. Il non plus ultra del nerdismo.
Eppure non sono stato completamente sincero.
  • Beh sai..avevo un impegno, ma cavoli Nicolas è una vita che non lo vedo. ti accompagno volentieri.
  • Grazie.
  • Ti pare!?
  • Speravo ti facesse piacere venire anche con me. (frase classica, la dovevo prevedere, ma chiaramente non l'ho fatto e pensavo complimenti Alex, sempre molto incisivo, sei goffo come se ballassi il valzer su una trave.
  • Ma certo!! Dai..era sotto inteso. Ci vediamo dopo.
Ora, sarà capitato a tutti, lo spero perchè a me è capitato più di una volta di lasciare qualcuno, con un "ci vediamo dopo", senza assolutamente precisare l'ora. In questi casi si prospettano due possibilità. Te ne puoi accorgere subito e rimedi precisando l'orario, altre volte invece, ritorni alla tua tranquillità e ti fissi tanto automaticamente e incosciamente quanto discrezionalmente ed arbitrariamente un orario, che ha la caratteristica il più delle volte di essere completamente sbagliato. Io l'altra sera avevo pensato chissà perchè ad un nove. Perciò, guarda un po', mi aspettavo che Emy arrivasse alle 9
Alle 8, suona al campanello           ....Segue