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giovedì 16 febbraio 2012

E neve sia! Ancora di più

Ma questa è matta!
Questa è stata l’esclamazione di Emy, mentre appoggiava il cellulare su un tavolo, fissando lo sguardo fuori da un finestrone che si affacciava su una distesa di neve mai vista a Roma. ...Segue

  • Adesso che facciamo Emy?
  • Non saprei, proviamo ad andare alle macchine, magari la situazione non è così terribile come sembra fuori.
  • Si forse hai ragione.
Emy probabilmente cercava di convincere più se stessa che la collega.
Il capannone dove si trovavano con altri dello staff della società di P.R. in cui lavora per organizzare un evento, era abbastanza lontano dal comodo e caldo divano che la aspettava a casa.
  • Ragazzi la porta è bloccata.
  • Che?
  • Emy è bloccata ma tranquilla, se andiamo sul terrazzo qui fuori poi da li possiamo buttarci, è pochissimo, poi c'è la neve.
  • Cosa? Scherzi Michele?
  • No Emy, veramente… non c'è altro modo se non spalando il vialetto qui fuori.
  • Senti queste sono delle Christian Louboutin, un paio di Christian Louboutin non salta, non si arrampica e soprattutto mai e poi mai si butta sulla neve fresca.
  • E allora che fai rimani qui?

Mentre diceva questo Emy già pensava ad una serata con i colleghi, in un capannone senza riscaldamento, con i capelli da lavare.
In un attimo la nostra eroina ha tolto le scarpe le ha avvolte in una busta di pelle non si sa spuntata da dove, è salita sul terrazzo e si è buttata davanti agli occhi di tutti.
Le macchine non erano utilizzabili, non tanto perché non si accendevano quanto perché non c'era più una strada da percorrere per uscire da quel posto.
Mentre la gente goffamente scivolava sul terrazzino e cercava di saltare Emy si era già indirizzata verso un edificio illuminato.
Mi dice sempre che quando è in macchina e non può evitare di notare cose o fatti strani. Quel giorno prima di arrivare aveva notato un negozio che le era sembrato inusuale, direi anche a ragione. Un negozio per oggetti da caccia.
Dopo qualche centinaia di metri con le calze, ululando in silenzio, è entrata con la grazia di Bruce Lee in L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente, facendo sbattere quindici volte la campanellina del benvenuto ai clienti. Davanti a lei uno sparuto gruppo di anziani vestiti con maglioni con lo spessore di pezzi di compensato e sopra dei giubbetti con trenta tasche per lato. In quel negozio penso non entrasse una donna da venti anni e anche quella volta era per chiedere indicazioni.
Probabilmente quel giorno di venti anni fa c'erano le stesse persone. Ancora più probabilmente quelle persone avevano fatto quella espressione ebete e sorpresa che si era dipinta nel loro viso, quando Emy aggiustando il cappotto si era diretta verso il bancone, con la naturalezza di chi è un abituale cliente del negozio.

  • Cercavo degli stivali, non troppo alti, col tacchetto, sa quello che slancia ma rompe anche il ghiaccio, li vorrei viola o blu, decisamente lucidi
  • Ho questi.
Il signore le ha mostrato degli stivali di gomma, verdi, grigi nei bordi, ma un po’ lucidi.
  • Questi?
  • Ho questi.
  • Non le ho nemmeno detto la taglia.
  • Una sola taglia.
  • Scelta commerciale un po’ miope non crede.
  • Non saprei sono quarant’anni che fanno questi stivali.
  • Gli ha detto bene che non c'è concorrenza nel settore degli stivali di gomma di orribile design da piazzare a chi si trova nel mezzo di una bufera senza scarpe. È un settore di nicchia in effetti.
  • Altrimenti ho degli stivali che usano per la caccia al cinghiale.
  • Me li faccia vedere magari sono in pelle.
  • No. Sono in gomma.
  • Si immaginavo, ma mi riferivo alla caccia...vabbè me li faccia vedere.
A detta di Emy erano indescrivibili, più brutti dei precedenti con misure dal 44 in su. Lei dice che è discriminatorio non produrre qualche numero dal 40 in giù. E devo ammettere che lei ha un piedone)).
Dal pubblico che ancora assisteva attonito a quella presenza, esce un timido:
  • Ci sono gli stivali della Marlboro…
  • Mi faccia vedere questi stivali.

Si trattava di un paio di stivali marlboro di uno stilista di nome David Bird, che aveva chiamato la sua collezione Killing Birds. Il nipote del povero gestore del negozio pensando fosse una tipologia di stivali da caccia li aveva ordinati a dispetto del prezzo un bel po’ più alto del solito.
Il risultato è che tutta la famiglia abituata a vestirsi come dei pastori del Gennargentu, pieni di vestiti e giacchetti dalle mille funzioni, con colori naturali senza gradazioni e sbrilluccichii, si erano trovati costretti a riciclare degli stivali in pelle marrone, stile cowboy.
Finalmente Emy aveva dei degni arnesi per uscire, ma certo non poteva immaginare cosa si sarebbe trovata davanti.

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