- Cosa?
- No, dico come è andata finire?
- Ma con chi?
- Alex..come è andata a finire con Angie, Enrico ed Emy il giorno che ha nevicato?
- Non te l’ho più detto?
- No.
- Ma niente di che mamma..
- Enrico? Ovviamente è a lavoro ora e non mi risponde… sono molto preoccupata.
- Tranquilla. Enrico armato di buona volontà si è diretto verso casa, passo spedito, testa bassa. Mentre intorno macchine scodavano per strada, persone tentavano di camminare controvento sui marciapiedi, finendo per reinterpretare il moonwalker di Michael Jackson.
Roma è tenera in queste
situazioni, ci sono state molte critiche, molte polemiche, ma ora che
tutto si è un po’ acquietato si può dire che quando capita
qualcosa di poco fuori dal normale, il cittadino romano impazzisce.
Cadono due fiocchi di
neve e autisti che fino a cinque minuti prima padroneggiavano la
vettura, iniziano a perdere il controllo come se guidassero sopra il
sapone.
La minima precipitazione
atmosferica crea il caos, la neve, che è per giunta un elemento
estraneo alla esperienza usuale dei romani, viene vissuta come
nell’antica Grecia poteva essere sofferta una eruzione vulcanica o
un terremoto. Una sorta di magica o mistica apparizione divina, che
non si sa bene se nasconda una punizione per qualche torto della
umanità o invece rappresenti un benevolo auspicio che la divinità
di turno ha voluto donare al popolo.
Ecco a Roma sotto la neve
eravamo di nuovo gli antichi romani: guardavamo il cielo in cerca di
un segno divino. Ma alla fine Enrico con un po’ di ritardo è
tornato a casa.
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