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domenica 5 febbraio 2012

Siamo sempre gli ultimi a sapere

A volte siamo gli ultimi a sapere cosa accade nella nostra vita. Qualcosa è già successo, tutti intorno a noi l’hanno visto, magari già commentano. Eppure noi, con un viso che deve parere agli altri di una strabiliante e tenerissima ingenuità, continuiamo a non capire. Come se nulla fosse la realtà che ci circonda sembra pressoché la stessa.

  • Angie penso tu debba dirglielo
  • Cosa?
  • Dico penso tu debba dire ad Arturo che vi siete lasciati.
  • Ale, pensi che lui non lo sappia?
  • Non saprei, continua a venire qui a casa, si siede come se nulla fosse sul divano, ti aspetta mentre guarda la tv. Secondo me, proprio aggiornatissimo non è.
  • Credo stia semplicemente metabolizzando.
  • Angie è più di una settimana che vi siete lasciati.
  • Due.
  • Appunto. Non credi di doverci scambiare due parole, che ne so per svegliarlo, una cosa tipo “Ciao Arturo come va? Tutto bene a lavoro? A proposito, mi chiedevo, ti ricordi che non stiamo più insieme da un mese e che insomma non è che devi venire qui tutte le sere?”.
  • Lo devo cacciare?
  • No, non lo devi cacciare, lo devi sollecitare, quello basterebbe.
  • Si lo so, però è tanto caro.
  • Angie stasera stai uscendo e Arturo è qui, non lo so non è un po’ strano? - Capisco tutto, capisco anche in questa casa il concetto di normalità sia alquanto vago ed approssimativo, però parlaci.
  • Ti sembra facile?
  • No, lo so, ma mica vorrai che lo faccia io?
  • Veramente ci parlesti? Grazie Ale mi faresti un favore, perché tu sei sicuramente più bravo con le parole, poi sei un ragazzo ed inoltre hai molta esperienza.
  • Esperienza in cosa, di grazia? Nell’essere lasciati?
  • Non intendevo quello, anche se certo ti è capitato molto più spesso e sai come si reagisce. Ora io vado di là.
  • Angie!
  • Lo so, lo so, ora gli parlo.
  • Brava. Dai sono qui. Semplice.   ....Segue


Angie è tanto buona, a volte però si blocca. Non è che non abbia parlato con Arturo, ha detto che lei stava uscendo, che si vedeva con  gli amici, che del resto due settimane prima si erano lasciati. Arturo ha sentito ma forse non ha prestato molta attenzione perché le ha detto che andava bene, di salutargli gli amici e che però non la poteva aspettare perché la mattina dopo doveva andare presto al lavoro. Alla fine di quel discorso Angie mi ha guardato ed è uscita. A me è rimasto un Arturo, alto un metro e novanta, sul divano. Mio fratello è intervenuto dalle spalle.

  • Ale? Adesso che facciamo con questo?
  • Boh portiamolo fuori, beviamoci qualcosa insieme.
  • Io ho fame.
  • Pure un panino allora.
  • Aperitivo?

Arturo, una volta interrogato sui suoi piani, ha “stranamente” detto che non ne aveva, che era libero.
L’abbiamo portato con noi da Uve e Forme.

  • Ragazzi grazie, un bel posto.
  • Prego, sai che ci fa piacere uscire.
  • Ogni tanto.
  • Sì dice bene Enrico, ogni tanto, ci fa piacere incontrarci, aggiornarci sulle cose, sui fatti, eventi, novità. Non so Arturo tu? Novità?
  • Bah niente di che, “il solito”.

Arturo è uno di quelli che fa le virgolette con le mani, ritengo pensi di dare in questo modo più enfasi alle frasi che pronuncia, per quanto, lo faccia aggiungendo spesso anche uno  sguardo ammiccante oppure piegando il viso verso sinistra. Quindi ci mette veramente tanta enfasi in quello che dice. Toccherebbe dirgli che il messaggio passa comunque, anche senza buttarci dentro l’interpretazione mimica, ma non è certo il problema più urgente.

  • Il solito?
  • Si che ti devo dire, si lavora, si esce, poi sai con Angie ultimamente..
  • Ecco appunto con Angie, che mi dici di lei?
  • Non saprei, mi ha fatto un discorso tipo tre giorni fa.
  • Due settimane fa.
  • Cosa? Ah si, sarà stato due settimane fa, ma non l’ho capito tanto. Ha parlato di lei, di me, di noi, ha detto un sacco di cose…
  • Capisco, roba simile a.. sei molto caro, sei come un fratello…
  • Qualcosa del tipo.
  • E poi magari ha aggiunto che ultimamente non siete proprio connessi, che tu sei cambiato, ma soprattutto lei è cambiata, che ha dei problemi, che vuole che tu non sia coinvolto, ma che lo sto facendo per te, perché tu meriti di meglio.
  • Beh non proprio, cosa starebbe facendo poi?
  • Capisco, è un classico, poi magari ha continuato dicendo..che ha bisogno di stare con i suoi amici, oh ma ci stesse mai, non esce mai con loro, no! Non ci esce, loro non la vedono mai. Poi la chiami e ha il telefono staccato.
  • No questo no, sta sempre con voi e non ha mai staccato il telefono.
  • E poi alla fine, ci scommetto, perché lo fanno, ha chiosato dicendo ti lascio perché ti amo troppo...
  • No
  • ….e se tu mi amassi veramente capiresti....
  • No nemmeno questo
  • ….Ma che capirei? Capirei che sei…..
  • Ale?
  • Che c’è Enrico?
  • Stiamo parlando di Arturo.
  • Appunto!
  • Beh, mi sa che ci hai aggiunto qualcosa di più visto che sono due ore che lui prova a dirti che non è andata proprio così. Torniamo a quello che ci deve dire, lui, capito, Arturo, poi un’altra volta continuiamo il tuo discorso.
  • Ma tu di cosa parlavi Ale?
  • A nulla..Arturo, immaginavo un discorso assolutamente ipotetico, niente di veramente accaduto..quandomai cercavo di intuire..ecco di ipotizzare cosa avesse potuto dire, cercavo di rappresentarmi una possibile, ipotetica scena, oserei dire quasi fantastica, irrealizzabile, certo non reale. Scusate io vado un attimo in bagno. Tutta questa birra.
  • Ma ha preso una coca cola..?!
  • Lo so, mio fratello, certe volte gli bastano le bollicine e deve correre in bagno.

Di lì in poi Enrico ha preso in mano la situazione, quando sono tornato, Arturo ci ha rivelato, con un tono misto tra domanda e rivelazione.

  • Penso proprio che tra me e Angie sia finita. Non c’è più comunicazione, non ci intendiamo più come un tempo.
  • No, mi sa che hai ragione, non vi capite molto quando parlate.
  • Ve lo volevo dire, perché mi dispiacerebbe che lo veniate a sapere da altri ed io vorrei che di tanto in tanto si potesse ecco fare un’uscita tra noi, un’uscita da “branco”.

Ancora queste virgolette pensavo mentre Enrico più chirurgico:

  • Se fai ancora ‘ste virgolette ti tolgo l’amicizia da facebook. Comunque certo, quando vuoi.
Poi il nostro Arturo se ne è andato. E’ proprio vero, certe volte siamo gli ultimi a sapere le cose che riguardano noi.

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