Deve esserci qualche problema con il mio "ciao", devo fare dei
cambiamenti. Sì perchè quando mi propongo con il mio "ciao" non ricevo
nessuno dei sospiri, o degli sguardi che riceve mio fratello. Eppure ci
assomigliamo, magari lui ha quell'aura un pó più chiccosa, con i suoi
completini da dandy, i colori magari eccessivi ma sempre perfettamente abbinati.
Ok va bene alla base ci assomigliamo ma lui è la versione Madmen di me o se preferite (se non bazzicate il mondo delle serie tv) la versione di me disegnata da Armani.
Sarà il gilettino, sarà il Borsalino, il modo incui riesce a parlare di vino e calcio con lo stesso tono da pianobar. Non lo so.
Allora ho deciso di analizzarlo quando incontriamo qualcuno, stretta decisa, sguardo fisso, accenno di sorriso, piccola aggiustata alla giacca ed invito a sedere o a precederlo all'entrata.
Non è difficile ma ho fatto le prove allo specchio.
Ok va bene alla base ci assomigliamo ma lui è la versione Madmen di me o se preferite (se non bazzicate il mondo delle serie tv) la versione di me disegnata da Armani.
Sarà il gilettino, sarà il Borsalino, il modo incui riesce a parlare di vino e calcio con lo stesso tono da pianobar. Non lo so.
Allora ho deciso di analizzarlo quando incontriamo qualcuno, stretta decisa, sguardo fisso, accenno di sorriso, piccola aggiustata alla giacca ed invito a sedere o a precederlo all'entrata.
Non è difficile ma ho fatto le prove allo specchio.
- Ma che stai facendo?
- No Angie nulla, mi schiarivo la voce.
- Lanciando sguardi languidi allo specchio?
- Ma che dici? Controllavo che stessi bene, con i capelli...per stasera.
- Ma sono le tre del pomeriggio!?
- Ho i capelli che sono un casino!
- Ma perchè parlavi?
- Cercavo di concentrarmi.
- Funziona?
- Mica tanto!
- Vabbè senti continui dopo..tanto puoi parlare e motivare i tuoi capelli anche da un'altra parte. Davanti allo specchio ci parli un'altra volta.
Dopo alcuni tentativi mi sentivo pronto, il mio "ciao" era diventato più sexy, più incisivo.
Mi volevo giocare questo nuovo asso una volta usciti con gli altri visto che Emy avrebbe portato una collega. Una ragazza trasferitasi da poco a Roma, che collabora con la società di eventi dove Emy lavora. Non volevo conquistarla ma fare bella figura sì.
Mi volevo giocare questo nuovo asso una volta usciti con gli altri visto che Emy avrebbe portato una collega. Una ragazza trasferitasi da poco a Roma, che collabora con la società di eventi dove Emy lavora. Non volevo conquistarla ma fare bella figura sì.
Il locale prescelto per la serata era l'Etablì (Ristorante ma anche Wine bar).. ..Segue
l'Etablì si trova vicino piazza Navona, in quel bugigattolo di vie che si dipana nei dintorni di piazza del Fico, pieno di localini, una delle zone di Roma a maggior concentrazione di locali per mq. la location non mi dispiace affatto, a volte sembra di essere in un'altra città, vuoi per la babilonia di lingue che senti parlare (in special modo durante l'estate), vuoi perchè le strade sono solitamente fitte fitte di tavolini, luci e persone per strada. Mi ricorda non so perchè la Spagna. Magari una suggestione dovuta al menu di alcuni locali che si trovano da quelle parti.
Rispetto a tutto ciò, l'Etablì si pone un pò in disparte, in una stradina, appena suparati il Mojtaro (toccherà assolutamente parlare anche di lui) e il Bar del Fico, che se percorsa fino alla sua fine defluisce su via dei Coronari.
Una volta entrati, ci siamo accomodati ad un tavolino e abbiamo carpito al volo le ultime poltrone disponibili. Mi piace molto lo stile del locale, e lo stavo commentando con Angie, quando sono arrivate Emy e la sua collega.
Volevo fare colpo su di lei. Non so bene perchè. Una di quelle sporadiche quanto fini a sè stesse esigenze di approvazione che servono ogni tanto, almeno per capire che non si è diventati completamente trasparenti. Un pò come Casper. Non avevo alcun particolare obiettivo, nè mi era stato detto alcunché. Semplicemente volevo che una ragazza nuova, fuori dal circolo delle solite amicizie, mi incontrasse, mi sorridesse e mi trovasse simpatico ma soprattutto, bando alle banalità, mi trovasse carino.
Visti gli ultimi sviluppi sentimentali, avevo un disperato ed urgentissimo bisogno di risposte.
Sapevo già il suo nome Anna. Sapevo soprattutto il mio nome, non fosse altro perchè avevo preparato il mio saluto un bel pò di volte.
Loro arrivano, io mi alzo. Lei dice.
No, è proprio vero c'è proprio qualcosa che non va con il mio saluto...io!
Oltre al fatto che vado sempre in confusione, mi capita infatti di presentarmi, ascoltare un nome e dopo dieci secondi averlo già dimenticato. Talmente sono concentrato nei movimenti che dovrebbero essere meccanici, quali dire il mio nome, neanche fosse una formula da imparare a memoria, non inciampare e proiettarmi di testa verso il malcapitato ed evitare chissà qualche altra cosa che mi possa mettere in imbarazzo, che alla fine perdo di vista lo scopo del tutto, ovvero apprendere il nome altrui.
Mentre mi avvicino, balza in testa una montagna di pensieri. Braccio teso ma non troppo, mano morbida, ma non moscia, "attento a non pestare i piedi", "non ti avvicinare troppo", "hai controllato se hai qualcosa sul viso?" "Ma i pantaloni te li sei messi alla fine?" "Indossi le scarpe?...Ma il gas lo hai spento?" "Ma è carina o non è carina? Sarà fidanzata...e soprattutto qual'è il mio nome? "
Una cosa è sicura: non potrò mai diventare uno 007, ho difficoltà a tenere in mente la mia di identità pensa un pò se posso inventarmente una per ogni missione.
Per il resto la serata è scivolata piacevolmente. Diciamo che quel primo intoppo ha tuttavia creato una specie di scudo stellare di fronte a me. Una specie di barriera che evitava che qualsiasi segnale di sex appeal potesse promanare da una mia parola, sguardo o qualcos'altro, ed indirizzarsi verso Anna.
La quale ha continuato ad ascoltarmi tutta la sera, ma con uno sguardo indagatore, cercando probabilmente di capire se il pezzo del saluto fosse stato un piccolo incidente di percorso o se la continuazione della serata senza precipitare in qualcosa di imbarazzante, fosse invece una incredibile botta di culo che mi stesse capitando in quel giorno. La vedevo che cercava di darsi una risposta alla domanda "è un ragazzo interessante al quale è capitato un piccolo inciampo, o è un tonto che stasera sta facendo il suo record personale con un percorso netto, senza cadere in qualche magra figura?".
Ma la fortuna ultimamente ha deciso di fare la simpatica con me. Dopo aver piacevolemente conversato con la collega di Emy ed essere rimasto contento di aver probabilmente fatto una buona impressione, Angie è intervenuta.
I miei riflessi, chissà perchè, hanno però voluto intervenire e in un baleno sono riuscito a prendere uno dei bicchieri al volo.
Peccato che..vi prego non provatelo a casa..quando prendi al volo un bicchiere che sta cadendo, il contraccolpo è tale da esercitare una forza centrifuga in grado di proiettare quanto sta dentro verso tutte le direzioni, ma in special modo verso i vestiti di velluto.
Sì, il velluto ha una capacità magnetica pari a quella della pelle, non ancora studiata in fisica, ma tuttavia ben presente nel mondo materiale. Se qualcosa si versa su un tavolo state sicuri che dato X il livello di formalità dell'occasione e Y il grado di confidenza con chi è intorno, il liquido o l'umido in questione raggiungerà di certo il commensale vestito di velluto ad una velocità ed intensità proporzionali a X ed inversamente a Y. Inoltre, successivamente, la formula di questa bella figura barbina prevede che se la forza S^ è intensa, il liquido o l'umido oramai proiettato nell'aria procederà verso gli oggetti in pelle, dove S^ è il delta di sbadataggine che contraddistingue il responsabile del terremoto.
Vi assicuto che io sono molto sbadato ed il mio S^ è altissimo.
Quindi potete immaginare quanta gente ho innaffiato con un singolo bicchiere di prosecco.
In quel momento penso che Anna abbia dato una risposta alla sua domanda e credo non fosse competamente positiva, anche perchè aveva una giacchettà di velluto ed uno zainetto di pelle.
l'Etablì si trova vicino piazza Navona, in quel bugigattolo di vie che si dipana nei dintorni di piazza del Fico, pieno di localini, una delle zone di Roma a maggior concentrazione di locali per mq. la location non mi dispiace affatto, a volte sembra di essere in un'altra città, vuoi per la babilonia di lingue che senti parlare (in special modo durante l'estate), vuoi perchè le strade sono solitamente fitte fitte di tavolini, luci e persone per strada. Mi ricorda non so perchè la Spagna. Magari una suggestione dovuta al menu di alcuni locali che si trovano da quelle parti.
Rispetto a tutto ciò, l'Etablì si pone un pò in disparte, in una stradina, appena suparati il Mojtaro (toccherà assolutamente parlare anche di lui) e il Bar del Fico, che se percorsa fino alla sua fine defluisce su via dei Coronari.
Una volta entrati, ci siamo accomodati ad un tavolino e abbiamo carpito al volo le ultime poltrone disponibili. Mi piace molto lo stile del locale, e lo stavo commentando con Angie, quando sono arrivate Emy e la sua collega.
Volevo fare colpo su di lei. Non so bene perchè. Una di quelle sporadiche quanto fini a sè stesse esigenze di approvazione che servono ogni tanto, almeno per capire che non si è diventati completamente trasparenti. Un pò come Casper. Non avevo alcun particolare obiettivo, nè mi era stato detto alcunché. Semplicemente volevo che una ragazza nuova, fuori dal circolo delle solite amicizie, mi incontrasse, mi sorridesse e mi trovasse simpatico ma soprattutto, bando alle banalità, mi trovasse carino.
Visti gli ultimi sviluppi sentimentali, avevo un disperato ed urgentissimo bisogno di risposte.
Sapevo già il suo nome Anna. Sapevo soprattutto il mio nome, non fosse altro perchè avevo preparato il mio saluto un bel pò di volte.
Loro arrivano, io mi alzo. Lei dice.
- ciao
- ciao. Piacere..io sono Anna.
- Mh? No sono io Anna.
- Sì certo, ciao Anna..io sono...
No, è proprio vero c'è proprio qualcosa che non va con il mio saluto...io!
Oltre al fatto che vado sempre in confusione, mi capita infatti di presentarmi, ascoltare un nome e dopo dieci secondi averlo già dimenticato. Talmente sono concentrato nei movimenti che dovrebbero essere meccanici, quali dire il mio nome, neanche fosse una formula da imparare a memoria, non inciampare e proiettarmi di testa verso il malcapitato ed evitare chissà qualche altra cosa che mi possa mettere in imbarazzo, che alla fine perdo di vista lo scopo del tutto, ovvero apprendere il nome altrui.
Mentre mi avvicino, balza in testa una montagna di pensieri. Braccio teso ma non troppo, mano morbida, ma non moscia, "attento a non pestare i piedi", "non ti avvicinare troppo", "hai controllato se hai qualcosa sul viso?" "Ma i pantaloni te li sei messi alla fine?" "Indossi le scarpe?...Ma il gas lo hai spento?" "Ma è carina o non è carina? Sarà fidanzata...e soprattutto qual'è il mio nome? "
Una cosa è sicura: non potrò mai diventare uno 007, ho difficoltà a tenere in mente la mia di identità pensa un pò se posso inventarmente una per ogni missione.
Per il resto la serata è scivolata piacevolmente. Diciamo che quel primo intoppo ha tuttavia creato una specie di scudo stellare di fronte a me. Una specie di barriera che evitava che qualsiasi segnale di sex appeal potesse promanare da una mia parola, sguardo o qualcos'altro, ed indirizzarsi verso Anna.
La quale ha continuato ad ascoltarmi tutta la sera, ma con uno sguardo indagatore, cercando probabilmente di capire se il pezzo del saluto fosse stato un piccolo incidente di percorso o se la continuazione della serata senza precipitare in qualcosa di imbarazzante, fosse invece una incredibile botta di culo che mi stesse capitando in quel giorno. La vedevo che cercava di darsi una risposta alla domanda "è un ragazzo interessante al quale è capitato un piccolo inciampo, o è un tonto che stasera sta facendo il suo record personale con un percorso netto, senza cadere in qualche magra figura?".
Ma la fortuna ultimamente ha deciso di fare la simpatica con me. Dopo aver piacevolemente conversato con la collega di Emy ed essere rimasto contento di aver probabilmente fatto una buona impressione, Angie è intervenuta.
- Alex mi passi il telefonino.
- certo
I miei riflessi, chissà perchè, hanno però voluto intervenire e in un baleno sono riuscito a prendere uno dei bicchieri al volo.
Peccato che..vi prego non provatelo a casa..quando prendi al volo un bicchiere che sta cadendo, il contraccolpo è tale da esercitare una forza centrifuga in grado di proiettare quanto sta dentro verso tutte le direzioni, ma in special modo verso i vestiti di velluto.
Sì, il velluto ha una capacità magnetica pari a quella della pelle, non ancora studiata in fisica, ma tuttavia ben presente nel mondo materiale. Se qualcosa si versa su un tavolo state sicuri che dato X il livello di formalità dell'occasione e Y il grado di confidenza con chi è intorno, il liquido o l'umido in questione raggiungerà di certo il commensale vestito di velluto ad una velocità ed intensità proporzionali a X ed inversamente a Y. Inoltre, successivamente, la formula di questa bella figura barbina prevede che se la forza S^ è intensa, il liquido o l'umido oramai proiettato nell'aria procederà verso gli oggetti in pelle, dove S^ è il delta di sbadataggine che contraddistingue il responsabile del terremoto.
Vi assicuto che io sono molto sbadato ed il mio S^ è altissimo.
Quindi potete immaginare quanta gente ho innaffiato con un singolo bicchiere di prosecco.
In quel momento penso che Anna abbia dato una risposta alla sua domanda e credo non fosse competamente positiva, anche perchè aveva una giacchettà di velluto ed uno zainetto di pelle.
0 commenti:
Posta un commento