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martedì 29 maggio 2012

Suburgatory: L'America che si deride allo specchio


Locandina Suburgatory

Suburgatory è sicuramente una brillante commedia che attraverso gli occhi di una giovane ragazza di città, trapiantata fuori dal suo habitat, cerca di stigmatizzare i lati più grotteschi della società americana. Lo fa con assoluta semplicità, senza volere mai aspirare a chissà quale forma di critica sociale, rimanendo fedele al modello di giovane comedy, facile da seguire e scanzonata nei toni.

La storia è alquanto semplice un padre single molto protettivo decide di trasferirsi in un quartiere residenziale fuori da New York quando scopre che sua figlia potrebbe essere in procinto di fare sesso.
 
Locandina Suburgatory
La città appare agli occhi del premuroso George (Jeremy Sisto) un po' troppo stimolante per una teenager e decide di rifugiarsi in un luogo che apparentemente si presenta più tranquillo e quieto. La realtà e che il carattere acuto, critico e tagliente della figlia si scontrerà con i “mostri” della cittadina di periferia, ovvero dei vicini e compagni di scuola coloratissimi, fintissimi, superficialissimi e parecchio ottusi. Lo stesso George troverà alcuni problemi di adattamento trovandosi costretto ad adattare le proprie abitudini e il proprio modo di pensare alle nuove regole sociali del luogo.

Gli USA nascondono diverse anime e molti contrasti. Uno di questi è sicuramente quello che distanzia la vita delle metropoli alla Law and Order o How I Met Your Mother da quella dei quartieri suburbani fatti di case di marzapane, con i giardinetti sempre tagliati alla perfezione, con le associazioni di mamme, di studenti, di vicini e chi più ne ha più ne metta.

Sebbene le storie siano alquanto semplici e prive di veri e propri slanci creativi, il racconto scorre tranquillo ed in modo piacevole, soprattutto grazie all'interazione tra i due protagonisti con il mondo circostante, una specie di adattamento di due civilizzati con un mondo tribale, dove al posto del succo di cocco e dell'olio di palme, gli autoctoni fanno uso di bevande energetiche con zero calorie e di creme autoabbronzanti.
Showreel Suburgatory

Le trovate non mancano ed anche i sorrisi sebbene lo show rimanga un programma volutamente nella media, con personaggi ed argomenti standardizzati nel corso della serie, che prende in giro, ma non scandalizza o provoca il pubblico. Elemento positivo è sicuramente la bravissima JaneLevy che interpreta la giovane Tessa, pesce fuor d'acqua imprigionata nel Suburgatory, chiamata ad esprimere la classica ironia che gli autori della TV riservano al buonismo di una certa America serrata sotto la propria campana di vetro. Una sorta di Americani (della città e della provincia) che si guardano allo specchio senza riuscire a capire come possano abitare nello stesso Paese.

E' bene dargli una chance se si vuole avere un sguardo disincantato e satirico dei quartieri suburbani americani. Da recuperare per chi è a corto di commedie o telefilm dalla durata breve ed è in cerca di serie Tv che si lascino guardare senza deludere le attese.

Due piccole curiosità 
il tema della sigla inziale è "Pleasant Nightmare" di Alih Jey.
il titolo nasce dalla crasi di due parole inglese Suburban e Purgatory, un neologismo coniato da Linda Keenan, autrice di un omonimo libro autobiografico, nel quale racconta il suo passaggio alla vita suburbana dopo dieci anni di lavoro nella città come produttrice ed autrice di CNN e Bloomeberg. Non a caso tra i titoli del Telefilm c'è una menzione alla concessione dei diritti sul titolo.

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