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Locandina Suburgatory |
Suburgatory è sicuramente una brillante commedia che attraverso gli occhi di una giovane
ragazza di città, trapiantata fuori dal suo habitat, cerca di
stigmatizzare i lati più grotteschi della società americana. Lo fa con assoluta semplicità, senza volere mai aspirare a chissà quale forma di critica sociale, rimanendo fedele al modello di giovane comedy, facile da seguire e scanzonata nei toni.
La
storia è alquanto semplice un padre single molto protettivo decide
di trasferirsi in un quartiere residenziale fuori da New York quando
scopre che sua figlia potrebbe essere in procinto di fare sesso.
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Locandina Suburgatory |
La
città appare agli occhi del premuroso George (Jeremy Sisto) un po'
troppo stimolante per una teenager e decide di rifugiarsi in un luogo
che apparentemente si presenta più tranquillo e quieto. La realtà e
che il carattere acuto, critico e tagliente della figlia si scontrerà
con i “mostri” della cittadina di periferia, ovvero dei vicini e
compagni di scuola coloratissimi, fintissimi, superficialissimi e
parecchio ottusi. Lo stesso George troverà alcuni problemi di
adattamento trovandosi costretto ad adattare le proprie abitudini e
il proprio modo di pensare alle nuove regole sociali del luogo.
Gli
USA nascondono diverse anime e molti contrasti. Uno di questi è
sicuramente quello che distanzia la vita delle metropoli alla Law and
Order o How I Met Your Mother da quella dei quartieri suburbani fatti
di case di marzapane, con i giardinetti sempre tagliati alla
perfezione, con le associazioni di mamme, di studenti, di vicini e
chi più ne ha più ne metta.
Sebbene
le storie siano alquanto semplici e prive di veri e propri slanci
creativi, il racconto scorre tranquillo ed in modo piacevole,
soprattutto grazie all'interazione tra i due protagonisti con il
mondo circostante, una specie di adattamento di due civilizzati con
un mondo tribale, dove al posto del succo di cocco e dell'olio di
palme, gli autoctoni fanno uso di bevande energetiche con zero
calorie e di creme autoabbronzanti.
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Showreel Suburgatory |
Le
trovate non mancano ed anche i sorrisi sebbene lo show rimanga un
programma volutamente nella media, con personaggi ed argomenti
standardizzati nel corso della serie, che prende in giro, ma non scandalizza o provoca il pubblico. Elemento positivo è
sicuramente la bravissima JaneLevy che interpreta la giovane Tessa, pesce fuor d'acqua imprigionata
nel Suburgatory, chiamata ad esprimere la classica ironia che gli
autori della TV riservano al buonismo di una certa America serrata
sotto la propria campana di vetro. Una sorta di Americani (della
città e della provincia) che si guardano allo specchio senza
riuscire a capire come possano abitare nello stesso Paese.
E' bene dargli una chance se si vuole avere un sguardo disincantato e satirico dei quartieri suburbani americani. Da recuperare per chi è
a corto di commedie o telefilm dalla durata breve ed è in cerca di serie Tv che si lascino
guardare senza deludere le attese.
Due piccole curiosità
il tema della sigla inziale è "Pleasant Nightmare" di Alih Jey.
il titolo nasce dalla crasi di due parole inglese Suburban e Purgatory, un neologismo coniato da Linda Keenan, autrice di un omonimo libro autobiografico, nel quale racconta il suo passaggio alla vita suburbana dopo dieci anni di lavoro nella città come produttrice ed autrice di CNN e Bloomeberg. Non a caso tra i titoli del Telefilm c'è una menzione alla concessione dei diritti sul titolo.
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