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martedì 13 marzo 2012

La scelta etnica...e il cinese a Roma

La scelta etnica esige sempre una spiegazione. Quando sei uno straniero, non ami essere considerato tale. Spesso desideri a tal punto essere coinvolto dalla tua esperienza turistica che sogni di essere considerato uno del luogo. Inizi a guardare gli altri stranieri come fossero dei barbari calati dalle montagne, che con la loro presenza rovinano il panorama; se capita che non conoscono un posto che tu hai scoperto solo cinque minuti prima, li guardi come dei piccoli sprovveduti. Insomma, cerchi di parlare come gli autoctoni, di fare le cose che abitualmente fanno loro e magari, almeno questo vale per me, provi a mangiare come, ma soprattutto ciò di cui il resto della popolazione locale si nutre.  ...Segue

Nella sostanza io provo a creare un legame di sangue, dovrei dire piuttosto di cibo, con le persone che mi “ospitano” nella loro città.

Probabilmente era animato dagli stessi propositi Kisehong Jeiung, coraggioso ragazzo ospitato qualche tempo fa da me, Angie ed Enrico.

Bisogna premettere che il divano-letto dove Kisehong Jeiung ha riposato è un porto di mare, per tacito accordo abbiamo sempre deciso che quel letto dovesse essere una sorta di terra libera ove ospitare chiunque ne avesse bisogno. Seconda premessa d'obbligo, nessuno di noi tre conosceva Kisehong Jeiung.

È stato un caro regalo di Emy, che non ha posto per ospitare nessuno. Tuttavia lei fa la Curatrice di Eventi (penso sia questa la definizione esatta) insomma organizza manifestazioni, incontri, meeting, anche quelle feste fighe selezionatissime, dove è impossibile imbucarsi perchè se ne viene a sapere sempre il giorno dopo.


Proprio in occasione dell’ultimo mega incontro culturale curato da un'associazione per la quale lavora ha conosciuto Kisehong Jeiung e lo ha consegnato ad Angie, che lo ha accolto a dovere dopo aver passato un giorno intero a studiare ricette cinesi, sulla base dell'assunto, tutto suo, che i cinesi non potessero ne volessero mangiare altro che cinese.


Il malcapitato, che si è subito auto-ribattezzato “John” non appena ha appurato la nostra scarsa propensione con le lingue asiatiche, avrebbe voluto conoscere degli italiani nel loro habitat e, durante i due giorni di permanenza, ripeteva, senza essere alscoltato, “pasta!” ad Angie che lo incalzava: “Non sei obbligato a mangiare pasta, io ti posso preparare un piatto cinese, dimmi quale, ho qui il libro....”, e lui quasi preoccupato “pasta”. “Che dolce, non vuole darci problemi ed accetta anche di mangiare la pasta, gli sto spiegando che non serve sacrificarsi e che possiamo venirgli incontro, con del riso cantonese!”.


Al che ho pensato che dietro all’accento improvvisato di Kisehong Jeiung si nascondesse uno straziato basta! e, in modo mooolto diplomatico, mi sono permesso di dire “

  • Ma sei sicura, non è che, idea pazza lo so... John vuole effettivamente della pasta.
Il poveretto mi faceva eco
  • Pasta, Pasta.
  • No! I cinesi amano conservare le loro abitudini anche quando sono all'estero, tu viaggi viaggi, ma non sai nulla
Tuttavia Angie rimaneva ferma nella sua posizione. Senti al massimo conosco un buon ristorante cinese.
  • Ma che dici?
  • Lo portiamo lì, se proprio deve mangiare cibo delle sue terre, almeno portiamolo da professionisti.
  • Che cosa...? Ehm.
  • Ahia.
  • Ma che vuoi dire con professionisti, credi che io non sia in grado di cucinare il pollo con le fragole.
  • Il cosa?.
  • Intendo il pollo con le fragole.
  • Angie..con le mandorle.
  • Ah, ho letto male, in effetti mi suonava strana, ma mi è caduta una chiazza d'olio sul foglio...
  • Ho capito ma quando eri arrivata al punto di sgusciare le fragole, non ti eri chiesta quale fosse il guscio?
  • Non c'ero arrivata ancora saputello.
  • Comunque ti prego desisti e usciamo.
  • Ma uscire per quale motivo?
  • Se non altro per evitare una crisi diplomatica....e un’intossicazione!
  • Sei bandito dalla cucina fino a nuovo ordine e per te niente tandori.
  • Ma quello è indiano.
  • Ah..sta nella stessa pagina.
  • Ho capito è sempre pollo, ma non è cinese.
Il ristorante in questione dove avrei voluto portare tutti è Da Sonia ovvero Hang Zhou, secondo me un indirizzo ottimo, dove mangiare cinese, una vera istituzione per chi come me ama questo tipo di etnico. Dove, al dire il vero, è troppo tempo che non vado. Shame on me!!

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