2 Borke
Girls è sicuramente una di quelle serie che è entrata nel sistema
televisivo a piccoli passi, con un pilota poco convincente, con
battute e luoghi comuni che non sembravano dare grandi speranze per
la riuscita della stagione.
Ciononostante,
puntata dopo puntata, ha iniziato a strappare sempre più risate e
conseguentemente è cresciuto il consenso del pubblico. Inoltre i
personaggi sono stati delineati un po' meglio e le soluzioni comiche
sono divenute un po' più convincenti. ...Segue
La serie
è ambientata a New York City, sebbene non nelle
sexandthecity-fascinose strade del centro, dove tutti sono belli e
mangiano croissant nei tavolini assolati vicino Central Park, ma in
una zona alquanto poco raccomandabile di Brooklyn, quella dove i
serial killer hanno paura di uscire da soli la sera. La storia è
incentrata sulla vita di due ragazze, quanto più differenti tra
loro, per carattere e per origine. Da una parte la cameriera in
bolletta, senza particolari obiettivi, cinica e sprezzante di nome
Max (interpretata da Kat Dennings), che lavora ad un simil diner
americano. Dall'altra Caroline (aka Beth Behrs), che viene dai
quartieri alti, dalla vita a cinque stelle dei miliardari,
un'esistenza sorridente, sofisticata ma anche molto falsa e che si
trova a convivere con una nuova realtà, quella di non avere più un
soldo, a causa del recente arresto del padre, condannato per avere
creato una truffa finanziaria. In bancarotta, trova asilo nello
stesso ristorante di Max e riesce a convincere quest'ultima ad
ospitarla a casa. In realtà Max si troverà ad ospitare non solo lei
ma anche il suo cavallo (ma questa è un'altra storia). Caroline,
desiderosa di risalire la scala sociale dalla quale è stata così
violentemente
gettata giù, scopre il talento di Max, ovvero la
preparazione delle classiche cupcake e la convince ad avviare una
piccola attività parallela al fine di guadagnare un gruzzoletto
sufficiente da aprire un vero e proprio business dolciario.
L'obiettivo in questione, ovvero il raggiungimento della cifra di
$250,000.00viene ricordato al termine di ogni puntata attraverso il
ricalcolo dei risparmi fino ad allora accantonati dalle due cameriere
dopo ogni episodio, lo sottolineo perché in se è una delle note
simpatiche del telefilm. Da un senso alla storia e lo rende un filo
conduttore continuo che a volte manca nelle comedy, le quali si
limitano a seguire i loro personaggi senza un preciso scopo
narrativo. Di contorno a questa strana coppia al femminile la sagra
dei luoghi comuni americani sulle diverse etnie, il manager del
ristorante, cinese, Han Lee (Matthew Moy); il cuoco dell'est europa
Oleg (Jonathan Kite); un improbabile quanto non sense cassiere nero
di nome Earl (Garrett Morris). Tutti senza un vero ruolo se non
quello delle spalle che offrono facili battute, in quanto espressione
di tutti i difetti o peculiarità comiche che gli americani
attribuiscono ai vari gruppi etnici. Manca, ma lo aspetto/temo a
breve, il pizzaiolo italo-americano, con un accento orribile, un po'
maschilista, un po' arraffone, con un rapporto assurdo con la vecchia
madre, che strappa risate con qualche accenno alla cultura
precolombiana che generalmente viene attribuita agli Italiani. Questo
lo dico per pluriennale esperienza nei lidi statunitensi, in entrambe
le coste del continente.


Commento
sulla Serie
Non so
perché sin da quando l'ho vista, mi ha fatto tenerezza. Forse perché
la serie sembrava dovere convivere con lo stesso problema di budget
che assilla le protagoniste, forse perché tra le tante proposte
viste negli Stati Uniti lo scorso maggio, mi era mancata quella di
una commedia vecchio stile. Non posso nascondere che anche il trash
di alcune battute mi abbia convinto a rivederla, in occasione di
qualche serata in cui anche la Tv generalista mi sembrava
addirittura intellettualmente troppo stimolante. Così anche io,
puntata dopo puntata, ho maturato un certo affetto e ho finito per
seguirla.
Perché
Vedere la Serie
Perché
la storia è indubbiamente simpatica e così come sviluppata nel
corso della stagione, offre sicuri spunti comici. Si può dire che
gli autori si sono creati un contesto di tutta tranquillità, nel
senso che hanno creato dei presupposti (rapporto ricchi-poveri,
contesto della tavola calda, confronti tra stranieri, location dei
bassifondi) tali per cui sarà loro facile trovare battute ed
intrecci per le prossime puntate. Probabilmente, la media del livello
delle storie rimarrà costante e questa è comunque una garanzia per
farsi due risate. Quindi il consiglio è guardarla.
Perché è
un tipo di serie nella quale non deve succedere granché, se quindi
volete un inizio, uno sviluppo e un termine dell'avventura delle
protagoniste, beh non fa per voi. Se poi non vi va di dovere
ascoltare battute triviali, doppi sensi e un po' di umorismo
scontato, rischiate di rimanere delusi. Altrimenti se è proprio
quello che cercate in una serata davanti alla Tv beh uno sguardo
comunque dateglielo.
Difficoltà
Linguaggio
L'inglese
non è come si suol dire plain, qualche volta si perdono dei passaggi
a causa dei giochi di parole e del cambio di accenti tra un
personaggio e l'altro, visto queste variabili dello slang lo pongo ad
un livello medio alto. Per giunta le comedy sono tradizionalmente
piene di riferimenti ad elementi di costume, fatti e personaggi
assolutamente americani e confinati nella cultura (cultura?) pop a
stelle e strisce, di cui per fortuna abbiamo solo una eco qui in
Italia. Ciò rende di difficile comprensione qualche battuta o
qualche sfumatura, aspetti che invece caratterizzano il telefilm e
che lo rendono, senza alcuna forzatura, fedelissimo a possibili
conversazioni su cui si può assistere quotidianamente a New York.
Fine
Il
commento sulla serie è per il momento positivo. Un po' come mi è capitato di dire anni fa per spiegare ai
miei amici cosa fosse The Big Bang Theory e perché dovessero
assolutamente vederlo, è molto americano, il che lo rende complesso
da proporre al pubblico italiano che potrebbe rimanere indifferente,
nonché difficile da tradurre, sebbene al contrario di TBBT non si
profilino opere di adattamento testi titaniche come quelle a cui
sottopone un personaggio come Sheldon Cooper.
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