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Ho preso uno dei master che avevo da qualche tempo in camera per visionarli. Ho voluto verificare se ci fosse qualcosa che mi era sfuggito tra il materiale cui dovevo dare uno sguardo. L'occhio mi è caduto su un pilota di un telefilm dal nome evocativo Touch. ...Segue
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Locandina Promozionale - Fox |
A ben ricordare mi ero segnato mentalmente di guardarlo, ma evidentemente l'ho completamente cancellato dalla memoria.
Un pò riluttante, ma supportato dai commenti che avevo sentito tempo fa, ho iniziato a guardare questo pilot.
La serie si chiama Touch ed è targata Fox. Il pilot è andato in onda in USA, presto - all'incirca tra un paio di mesi - sarà trasmessa l'intera serie e sarà possibile seguirla anche in Italia sui canali Sky.
Note di Produzione
L'unico appunto che mi ero lasciato al riguardo era un post-it con scritto Peter Chernin, una vera potenza della produzione televisiva e Carol Barbee, nome noto solo per i tele-dipendenti orfani di Jericho, una serie Tv nata insieme a Lost, ma che sfortunatamente non ha goduto della medesima fiducia. In realtà è il dato creativo che conta di più sulla carta, cioè il fatto che dietro il team creativo vi sia Tim Kring, ovvero l'ideatore della serie Heroes.
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Locandina Promozionale - Fox |
La trama di Touch
In estrema sintesi, il telefilm indaga la matassa di relazioni che sembrano legare le esistenze degli uomini. Forme di connessione che si dipanano anche tra persone che si trovano a distanze siderali, impegnati in vite differenti e tragedie personali. Al centro di tutto Martin Bohm (Kiefer Sutherland, vedovo dopo l'attacco dell'11 settembre ed il figlio, Jake (David Mazouz), affetto da autismo, ma soprattutto da una tragica incapacità di comunicare, anche con il padre di casa. Per questo il bambino sembra destinato alla cura dei servizi sociali. Martin sconvolto dalla prospettiva di perdere anche il figlio decide di dare un senso alla mole incredibile di numeri che il figlio continua a scrivere sui propri quaderno. Nel corso della puntata riuscirà, grazie all'ispirazione del professore Arthur DeWitt (Danny Glover) ad intuire la presenza di una complessa rete di connessioni matematiche che sembra fornire una logica agli accadimenti del mondo, logica che apparentemente sfugge alla generalità delle persone, salvo particolari soggetti dotati quali Jake. Il ragazzo sembrerebbe essere in grado non solo di vedere la trama matematica che descrive il mondo, ma di saperla leggere e così comprendere il corso degli eventi, arrivando persino a prevederli. Martin inizierà a seguire il filo tessuto da Jake, fino ad incontrare Randall Meade (Titus Welliver, se vi sembra di averlo già visto, beh è noto al mondo come il Fumo Nero di Lost) un altro misterioso individuo, perseguitato dai numeri, che in realtà, a sua volta, sta cercando lo stesso Martin per parlargli degli ultimi istanti della vita della moglie cui ha assistito quell'11 settembre.
Commenti su Touch
La mia convinzione è che i pilot siano difficili da decifrare, forse basarsi solo su di loro per prevedere il futuro di una serie è impossibile. Ad un punto così anticipato della vita di una serie sono invece gli elementi di contorno, relativi alla produzione, che ci danno un’indicazione più precisa, per fare un esempio, chi vi sia dietro la produzione esecutiva, quali sono gli attori coinvolti e così via.
Basarsi solo sulla visione della puntata è un’altra cosa, non credo che, nella maggior parte dei casi, si possa dire nulla di veramente decisivo prima di almeno tre puntate e tutti i giudizi precedenti sono piuttosto impressioni che devono essere riordinate in base a ciò che viene proposto nelle puntate successive al pilota.
Per quanto riguarda Touch, il pilota si caratterizza per un affastellamento di molte suggestioni, con tanti rinvii impliciti, uno su tutti allo splendido Babel, il film di Innarritu con Brad Pitt.
L’episodio è incentrato ovviamente sulla presentazione dei personaggi e mira a colpire il pubblico con quelli che saranno presumibilmente i temi portanti e peculiari di questa serie.
Ciò a cui si assiste è una rapida ricapitolazione di quelle che sono le classiche fascinazioni tipiche dei nostri tempi, divisi tra l’affidamento alla scienza e l’acritico salto verso la spiegazione spirituale.
La puntata evoca, a mio parere, questa comune condizione, che ci vede spesso persi nell'assenza o nell'abbondanza, fate voi (dipende dai punti di vista), di principi, credenze o ideali che facciano da guida, che ci costringe a lottare in un equilibrio precario e soprattutto nella confusa e stentata sensazione di percepire appena e solo in superficie il perché delle cose che ci circondano.
La stessa condizione che al contempo ci spinge irrimediabilmente ad aggrapparci ad idee che per quanto talvolta inverosimili, sembrano comunque saper suggerire una motivazione per ciò che accade e che soprattutto si rivelano in grado di supportarci, sebbene spesso in modo vano, nel momento in cui sembra non essercene alcuna. Idee dal diverso nome, eventi che chiamiamo coincidenze, destino, tempo, futuro. Coordinate che tutti desiderano sapere controllare ed intercettare, ma che rimangono irrimediabilmente avvolte nell'ignoto.
Questa serie, sin dall’esordio, appare pienamente suggestionata da tutto ció, e a sua volta lo mette in connessione con altri temi quali l'incomunicabilità, l'intrecciarsi di vite sempre più connesse, il solito Fibonacci e l'immancabile ricerca individuale del proprio scopo nella vita.
Un enorme calderone? Forse, ma il pilota sembra riuscire a maneggiare tutto questo in modo quantomeno sobrio, senza lasciarsi prendere dalla tentazione di creare misteri insormontabili e stucchevoli, oppure ripiegare su spiegazioni paranormali.
L’episodio si limita a raccontare una storia che per quanto incredibile ha la dote di apparire magicamente verosimile e poeticamente convincente. Insomma, ci si vuole credere.
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Locandina Promozionale - Fox |
Perché Vedere la Serie
Perchè dopo questo primo episodio si rimane un po' incantati, se si ha voglia di volersi far condurre da questa idea della rete di connessioni numeriche ci governa e che se interpretata è in grado di rivelarci il futuro.
Perché Non Vedere la Serie
Fibonacci e la sue seri di numeri ha rotto, perchè proprio non vi va di seguire una storia che cammina sul filo del paranormale, dell'inspiegabile. Non volete stare a sentire una storia che irrimediabilmente lascerà spiragli aperti, questioni insolute, salvo tradirsi in spiegazioni troppo semplicistiche rispetto alla massa di dubbi che ritengo vorranno sollevare nel corso delle prossime puntate..
Difficoltà Linguaggio
L'inglese non è complesso, la durata della puntata, 50 minuti, può far calare l'attenzione, ma si segue bene. A tal riguardo è molto interessante l'interpretazione di Gugu Mbatha-Raw, (reduce dalla sfortunata serie Undercovers) non solo per l'accento inglese, che fa sempre bene ascoltare, ma anche per l'impostazione teatrale.
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Photo by Kevork Djansezian – © 2011 Getty Images |
Note di chiusura
Il cerchio aperto all'inizio di questa puntata sembra già chiudersi al termine, perciò rimango curioso di vedere cosa avverrà nel prosieguo. Certo questa serie mi ha colpito, non pienamente convinto, ma attendo la prossima puntata, il che è un segno positivo. La tematica mi appare comunque affascinante, sebbene possa sembrare già sentita.
Per adesso rimango suggestionato da questo bambino, protagonista della serie insieme al padre. Non so perché, ma l’immagine di lui che gioca sopra il tavolino del salone mi ha ricordato quando da bambino tendevo a chiudermi in me stesso, impaurito dall'apparente impossibilità di connettermi con il mondo, dalla naturale difficoltà di comprenderlo e di farmi comprendere.
Ricordo allora che la mia mamma, veniva a scovarmi nell'antro dei miei giochi solitari, con un piatto di brownies e latte caldo. I love brownies!!! Che voglia di Brownies ora, con questo freddo.
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