Domenica mattina appena sveglio mi sono diretto in cucina alla ricerca di una
pozione che mi risvegliasse dal torpore dell’ennesima notte in
preda a sogni tormentati.
E
lì sono stato il primo spettatore di quello che la notte prima era
stato un vero e proprio teatro di seduzione all’italiana!
Stesi
ai bordi del lavandino i piatti, ad asciugarsi con le prime luci del
giorno. Sul tavolo, le posate sporche, la bottiglia di Cirò Rosato
Librandi (ovviamente vuota!) che avevo ricevuto in regalo qualche
tempo fa e che conservavo gelosamente per la MIA occasione
speciale... tutto intorno il profumo di orata al sale e di
parmigiana.
Qualche
passo avanti ed ho riconosciuto un intruso: un pacchetto messo come
fermacarte su un foglio ripiegato, magari un regalo...macchè! Solo
un piccolo contenitore di plastica...allora capisco che è per me!
Erano
gli avanzi della cena che Enrico aveva preparato per Alfie,
buongustaio, che con la scusa che viene dal sud, che sua mamma cucina
da dio, che è abituato così etc. etc. scrocca sempre pranzi e
cene luculliane quando viene a Roma. Sul foglio una ricetta e la
simpatica dedica “così magari impari a fare qualcosa...”...Segue
E’
da un paio di mesi che questa storia si ripete, ogni tanto mio
fratello si mette una mano sulla coscienza e mi lascia qualche avanzo
dei manicaretti che prepara (la verità - è bene che si sappia - è
che normalmente lo definirei un pigro erbivoro, però ogni volta che
Alfie capita da queste parti da sfogo a tutte le sue velleità
culinarie, spadellando senza sosta e ovviamente diffidandoci dal
partecipare al banchetto!).
Non
so se da parte di mio fratello ci sia più compatimento che spirito
di incoraggiamento, a quanto pare l’uomo che cucina rimorchia e lui
preme per far sì che anche io impari i segreti della padella... e
magari mi tolga dai piedi un giorno o l’altro...
Ho
inalato la parmigiana di melanzane con estremo piacere, se non avessi
avuto paura che qualcuno potesse vedermi, lo ammetto, avrei scansato
i miei abituali cereali colorati e la avrei mangiata anche se era
soltanto mattina. Tuttavia quel profumo mi ha pervaso e mi sono
lasciato ispirare. Nel pomeriggio, mi sono
fatto accompagnare da Emy a fare la spesa, neo-nominata mia
assistente agli approvigionamenti ed ai fornelli. Il mio obiettivo
era accettare la sfida, cucinare e soprattutto far assaggiare a tutti
la parmigiana di Enrico, fatta da me.
Non
credo di essere paranoico a pensare che mio fratello si voglia
subdolamente liberare di me, insegnandomi a cucinare, anche il mio
devoto Grissom non potrebbe evitare di sottolineare che gli indizi ci
sono, eccome. Menomale che Emy mi ha offerto il suo divano nel caso
in cui un giorno torni a casa e trovi la mia roba sul pianerottolo.
Mi sono lasciato confortare da queste parole piene di ottimismo e
intanto la pastella ha conquistato metà della mia cravatta...
Due
ore più tardi sono stato ritualmente denigrato a più riprese.
Angie
ha proposto anche di ideare una punizione adatta al tentativo di
intossicazione da me architettato, una specie di occhio per occhio
immagino; pare che la mia parmigiana avesse la consistenza di...ecco
non aveva consistenza, si sbrodolava nel piatto. Nessuno ha intuito
che era una parmigiana da cucchiaio, ovvero un piatto caldo da
mangiare a piccoli sorsi. Non so come sia accaduto, eppure le ho
fritte quelle fette, forse nella fase di “timballazione” ho
saltato qualcosa. Il fatto è che quando cucino...quando provo a
cucinare... la mia mente e le mie mani partano autonomamente. Mi
capita di seguire delle mie strade, di deviare dalla ricetta, di dare
delle mie interpretazioni, un pò come quando si usa il navigatore
per percorre delle strade conosciute. Enrico ha detto che se
l’effetto degli avanzi che mi ha lasciato quella volta è questo,
la prossima li darà direttamente al gatto del portiere... Ma
soprattutto la smorfia sul viso di Emy mi ha fatto capire che alla
fine di quell’esperimento ho veramente rischiato di dormire sotto
Ponte Sisto.
Dopo
unanime plebiscito (ho dovuto votare anche io ma almeno stanotte
dormo su un letto) è deciso che mi limiterò a mangiare e, al
massimo, suggerire al mio prossimo le ricette di Enrico, cuoco
innamorato, che (non per ruffianeria fraterna, figurarsi!) quando
preparate da lui sono delle vere squisitezze!
Provate
pure a fare meglio di me, non è difficile ve lo assicuro. Magari mandate delle foto così le pubblico!!! Io ho dimenticato di farle.
Melanzane
alla parmigiana
Ingredienti:
melanzane
- farina - uova - sugo di pomodoro - mozzarella - parmigiano
Procedimento:
si
puliscono le melanzane e si tagliano a fette, poi si salano e si
mettono sotto un peso, per eliminare l’acqua. Dopo poco si
asciugano.
Sii
prepara la pastella, infarinando le fette e passandole nell’uovo.
Si
friggono le fette in pastella.
Si
prepara un sugo di pomodoro con aglio, sale e pepe.
Si
taglia una mozzarella a cubetti.
Si
procede a comporre il timballo mettendo prima uno strato di sugo, poi
le melanzane fritte e sopra i cubetti di mozzarella e del parmigiano.
Nello stesso modo si formano altri strati....
Si
mette al forno a temperatura 150/180 per circa 20/30 minuti, finchè
non si forma una crosta dorata sull’ultimo strato.
Appena
il profumo che esce dal forno ti fa venire l’acquolina in bocca
tirare
fuori e mangiare!!!
bravi che danno un senso conviviale a chi ha la fortuna di poter godere delle speciaità del vostro locale . bravi ciakfilippo
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