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lunedì 16 gennaio 2012

Dieta a base di Pizza 2a parte

Ora, quanto vi ho detto nel mio post precendente è, diciamo, semplicemente un breve tratto riassuntivo del fenomeno.
Cosa succede se applicate il tutto nella realtà quotidiana e lo fate rivivere in una unica casa e lasciate che vi si sottopongono delle persone per cui l'alimentazione sfrenata è più che un divertimento bensì un modo di vivere? 

Il risultato più immediato è la possibilità di osservare con assoluto compatimento per il genere umano, o per ciò che ne resta, deboli tentativi di auto convincimento, imbarazzanti espressioni di masochismo alimentare senza alcuna base scientifica, forse solo quella astrologica, e soprattutto, la cosa più triste, potrete vedere di fronte ai vostri occhi esseri viventi, ma probabilmente poco pensanti, che si auto-infliggono punizioni e si sottopongo da soli a dei trabocchetti pur di non mangiare.

Questo è quello che ho iniziato a vivere nella mia dolce casetta allorchè l’altra sera Angie ed Enrico consultavano una rivista di critica postmoderna ai costumi capitalistici, in cui intervengono firme con forti influenze dell’area letteraria ermetica, Vanity Fair. Noi siamo abbonati. Lo dico con un certo orgoglio perchè lo leggo anche io, di nascosto, sul divano in quelle giornate in cui anche accendere la Tv mi sembra uno sforzo eccessivo. I due sono impalliditi, quando probabilmente hanno iniziato a capire che l'inverno durerà ancora, che fa freddo, ma che prima o poi le giornate si allungheranno, il sole sarà meno timido, la temperatura invece più afosa ed alla fine leveremo i maglioni, i giacconi, le sciarpe e tutto il resto degli scafandri che gelosamente oggi stanno nascondendo i vizi e gli stravizi del Natale .

Formaggi, cioccolati e caramelle sono stati esiliati e i loro rispettivi scompartimenti sono stati abusivamente occupati da un gruppo di verdure di cui non conosco tutti i nomi.

So che ogni trenta minuti si sente un crok di finocchi, un crik di cetrioli. Si mangi sano insomma. i giorni sono passati mentre io mi permettevo quando ero fuori a pranzo delle piccole deviazioni culinarie. Siamo giunti a venerdi. i miei due coinquilini, sorridevano guardandosi l’un l’altro, fieri del loro digiuno cosmico. Nonostante il sorriso e il modo in cui probabilmente si vedevano splendere reciprocamente, devo dire che entrambi apparivano piuttosto con un colore itterico e il ritmo da bradipi. Poi ad un certo punto stasera, un urlo, straziante, come di ferraglia che cade, seguita da un tram che sfugge ai binari, un gesso che stride lungo una lavagna di dieci metri. Porte che si sbattono. Vedo mio fratello Enrico che corre, entra in stanza di Angie, poi bussa in bagno, entra. Un urlo, poi il silenzio, un altro urlo, più profondo, quelli da depressione del ‘29, singhiozzante. Dopo dieci minuti di calma piatta, mentre mi preparavo l’insalata e cercavo un programma in grado di distrarmi senza innervosire le mie capacità intellettive, appaiono entrambi i miei due cari coinquilini.



Tutta la settimana ero stata una palla al piede chiedendo che si preparasse la pasta, piuttosto che la frittata, volevo farmi perdonare. Ed eccomi là, porgendo la cosa che so cucinare meglio.

- Stasera insalatona.
- F#### te e la insalatona, siamo ingrassati di un chilo, io voglio mangiare, quindi mettila in frigo che si va fuori.
- Non capisco...io ho preparato la insala...
- Ehi non hai sentito tuo fratello, stasera usciamo, capito, chiama Emy e dille che si mangia pizza.
- ok non serve essere aggressivi la chiamo.
- corri!
Nel frattempo i due si erano scaraventati su internet, in cerca di un posto dove andare. Mi sono permesso di dire però che Emy era già uscita ed era a casa di una sua amica, verso cinecittà e che bisognava andarla a prendere.

- Noi abbiamo fame
- Ok, questo l’avevo intuito, andiamo di corsa a prenderla e mangiamo lì vicino, ok?
- La macchina.
Ed è così che ci siamo imbattuti, quasi per caso, in questa pizzeria alla buona (dall’esterno non le avremmo dato un soldo bucato!)… il profumo del forno, la gente assiepata. Ecco a voi Sforno

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